L'angolo dedicato ai libri del blog "Dentro al Replay"

lunedì 28 dicembre 2009

"Timeline" di Michael Crichton: impressioni a caldo

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Michael Crichton - TIMELINE

Nel deserto dell'Arizona un uomo vaga senza meta, pronunciando parole prive di senso. Dopo ventiquattr'ore è morto e il suo corpo viene cremato dalle uniche persone che sembrano conoscerlo. All'altro capo del mondo una squadra di archeologi è al lavoro sulle rovine di un villaggio medievale della Dordogna, dove scopre una stanza rimasta sigillata per oltre seicento anni. Ma nel quartier generale della società finanziatrice del progetto gli studiosi faranno una scoperta ancora più sorprendente: il capo della misteriosa multinazionale ha inventato una vera macchina del tempo, che nello spericolato tentativo di ritrovare il professor Johnson, il capo della spedizione precipitato in un tunnel spaziotemporale, li proietterà in uno dei periodi più avventurosi e violenti della storia. Da quel momento i nostri eroi dovranno riuscire a sopravvivere nel bel mezzo della guerra dei Cent'Anni - tra soldataglia e affascinanti castellane, assedi e cruente battaglie - per cercare di tornare sani e salvi nel XXI secolo.

Titolo originale: "Timeline" - 1999
Garzanti Libri (collana Elefanti bestseller)
traduzione di P. Bertante, G. Pannofino
2008 - 679 pagine - € 9,90


"Timeline" di Michael Crichton è un libro difficile da definire: romanzo storico? thriller? racconto fantascentifico?
Forse... tutte e tre le definizioni possono calzare bene; la storia di svolge infatti su due scenari ed epoche diametralmente opposte, oggi e nel Medio Evo, andando ad attingere ad un filore affascinante qual è quello della possibilità di viaggiare nel tempo, senza tralasciare tecnologia e parecchia azione.
La trama dà adito, in alcuni passaggi, a qualche perplessità, ma è pur sempre un racconto di fantasia; molto curate, invece, le descrizioni delle ambientazioni medievali.

Un libro che ho letto con piacere, non eccezionale ma comunque molto valido.
Da questo romanzo, nel 2003, è anche stato tratto un film diretto da Richard Donner, che ora, nonostante i "tiepidi" commenti letti in giro sul web, ho parecchia curiosità di vedere quanto prima.

Ed ecco alcuni commenti dei lettori trovati in rete, buona lettura!

Davvero ben scritto, molto scorrevole. All'inizio risulta assolutamente avvincente, grazie anche al particolare e stuzzicante tema... il viaggio nel tempo! Nonostante ciò la votazione non è piena perché dalla metà fino alla fine (troppo scontata) comincia a diventare meno avvincente catturando meno l'attenzione del lettore. Risultato: prima parte letta in pochissimo tempo senza che me ne sia quasi reso conto, seconda parte tutt'altro che veloce. Nel suo insieme, comunque, un buon libro, anche se il potenziale di base poteva portare a ben altro risultato...

Questo libro è stato deludente sotto tutti i punti di vista. Si parte da un inizio avvincente che fa ben sperare per finire a raccontare una storiella banale e scontata ambientata nel medioevo. Per cui tutto il fascino della quantistica e dei viaggi nel tempo si dissolve in una bolla di sapone. Dopo "Jurassic park" ogni libro di Crichton che leggo si rivela sempre di un livello inferiore. Peccato.

È un romanzo che mi è piaciuto molto. Interessanti i cenni storici e la trama è ben congeniata. Crichton è avvincente e tiene inchiodati i lettori fino alla fine del libro. Godibilissimo.

Bel libro, storia molto avvincente e scrittura scorrevole. Mi ha tenuto col naso incollato alle pagine con la bramosìa di sapere cosa sarebbe successo dopo. Il balzo nel medio evo è stato affascinante e avventuroso. Bello e naturalmente... consigliatissimo!

Una delle peggiori ciofeche di Crichton. Un autore che di solito ha spunti geniali per quanto riguarda le trame e che fa schifo come dialoghi e spessore dei personaggi, qui riesce anche a scrivere una storia brutta, assurda e stupida. Deludente, deludente, deludente.

La solita precisione crichtoniana nei minimi dettagli, qui sul duplice versante della storia medievale e della fisica quantistica. Una storia che, tra descrizioni affascinanti, azioni travolgenti e dialoghi azzeccati, non annoia quasi mai, nonostante la lunghezza decisamente eccessiva del libro. Una lettura da spiaggia davvero valida!

Ho letto questo libro molto velocemente nonostante il buon numero di pagine che lo compongono. Una lettura veloce e semplice di pura fiction. L’argomento mi ha sicuramente intrigato anche se devo dire che l’autore non è riuscito ad essere convincente al cento per cento. La spiegazione della tecnologia che permette di spostarsi nel passato risulta lacunosa e contraddittoria inoltre i personaggi rimangono per tutto il romanzo un po’ piatti, forse l’autore ha voluto concedere più spazio all’azione a scapito dello spessore dei personaggi. Altri due punti che mi hanno fatto arricciare il naso sono stati: l’affermazione che il basso medioevo precede l’alto medioevo (errore forse da imputare al traduttore piuttosto che all’autore) e l’altro punto il fatto di presentare al lettore un personaggio, per poi non menzionarlo più, senza far compiere a questo personaggio nessuna azione utile alla storia. In conclusione posso dire che, anche se il libro non ha soddisfatto a pieno le mie aspettative, rimane comunque una lettura piacevole con cui rilassarsi. Buona lettura!

E' il primo libro che leggo di questo autore e lo trovo davvero stupefacente.

Questo libro mi è stato consigliato da una persona cara; pensavo fosse noioso invece andando avanti mi ha appassionato molto e l'ho letto tutto d'un fiato. Testo scorrevole e avvincente, descrizione minuziosa di luoghi e personaggi; finale inatteso ma non troppo!!!! Da consigliare a chi ama storia e avventura... con un pizzico di fantasia...

Veramente bello, anche se perde un po' la suspance crichtologica, ma per il resto (storia, personaggi, usi e costumi medievali) è tutto ok!!!



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lunedì 21 dicembre 2009

prossimamente in libreria: "L'ipnotista" di Lars Kepler

Lars Kepler - "L'IPNOTISTA"

Traduzione di Alessandro Bassini
Genere: Thriller
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Pagine: 594
Prezzo: € 18.60
Di prossima pubblicazione


Si chiama Erik Maria Bark ed era l’ipnotista più famoso di Svezia. Poi qualcosa è andato terribilmente storto e la sua vita è stata a un passo dal crollo. Ha promesso pubblicamente di non praticare mai più l’ipnosi e per dieci anni ha mantenuto quella promessa. Fino a oggi.
Oggi è l’8 dicembre e a chiamarlo è Joona Linna, un commissario della polizia criminale con l’accento finlandese. C’è un paziente che ha bisogno di lui. È un ragazzo di nome Josef Ek che ha appena assistito al massacro della sua famiglia: la mamma e la sorellina sono state accoltellate davanti ai suoi occhi, e lui stesso è stato ritrovato in un lago di sangue, vivo per miracolo. Josef è ricoverato in grave stato di shock, non comunica con il mondo esterno. Ma è il solo testimone dell’accaduto e bisogna interrogarlo ora. Perché l’assassino vuole terminare l’opera uccidendo la sorella maggiore di Josef, scomparsa misteriosamente. C’è solo un modo per ottenere qualche indizio: ipnotizzare Josef subito.
Mentre attraversa in auto una Stoccolma che non è mai stata così buia e gelida, Erik sa già che infrangerà la sua promessa. Accetterà di ipnotizzare Josef. Perché, dentro di sé, sa di averne bisogno. Sa quanto gli è mancato il suo lavoro. Sa che l’ipnosi funziona. Quello che l’ipnotista non sa è che la verità rivelata dal ragazzo sotto ipnosi cambierà per sempre la sua vita. Quello che non sa è che suo figlio sta per essere rapito. Quello che non sa è che il conto alla rovescia, in realtà, è iniziato per lui.


"L’ipnotista" è il thriller rivelazione dell’ignoto Lars Kepler, pseudonimo dietro cui ancora non si è riusciti a capire chi davvero si celi e indicato da più parti come il nuovo Stieg Larsson.
I diritti del libro, il più conteso alla Fiera di Londra 2009, sono stati acquistati dai maggiori editori di tutto il mondo in aste, è proprio il caso di dirlo, all’ultimo sangue.
In Italia L’ipnotista esce il 18 gennaio 2010 per Longanesi, che in operazioni simili si è già distinta con successo, dopo aver lanciato con il fenomenale Donato Carrisi e il suo "Il suggeritore".

A L’ipnotista è dedicato un sito ufficiale:
www.ipnotista.com, nel quale è anche possibile leggere e scaricare il primo capitolo.

venerdì 18 dicembre 2009

"Alle nuvole il cielo" di Alberto Gianfranco Baccelli e Roberto Cicchinè

Alberto Gianfranco Baccelli e Roberto Cicchinè
"ALLE NUVOLE IL CIELO"


Edizioni Simple

47 poesie e 33 fotografie

84 pagine, Euro 10,00

ISBN 978-88-6259-183-6


Alberto Gianfranco Baccelli (bag)

Questo progetto era pronto da tanti anni, ma non riuscivo ad abbinare alle mie poesie le mie foto. Poi ho incontrato, sul web, le foto di Roberto ed è stata una folgorazione. Quelle erano le foto che mi servivano per chiudere il libro. Ci siamo fortunatamente incontrati a Lucca per la mostra annuale di MicroMosso e abbiamo parlato molto. Subito si è instaurato un rapporto perfetto per una sinergia d’emozioni. Di lì a poco il progetto, fermo da anni, ha preso corpo ed in poco tempo è stato portato a termine.


Roberto Cicchinè

Quando Gianfranco in una mail mi parlò della sua intenzione di sviluppare insieme questo progetto... bhè!... Sono uscito di casa, era domenica pomeriggio, e ho fatto degli scatti, molti scatti. Poi bag mi ha inviato una prima bozza, con il titolo e tutte le poesie. Lì ho capito che un’affinità è qualcosa in più di un sentimento condiviso, ma un’energia che va oltre le distanze, un pensiero che galleggia e qualche volta affoga nelle nostre emozioni. Le fotografie presenti in questo nostro lavoro furono scattate in gran parte in quel pomeriggio d'inverno.


Esce in questi giorni un libretto di poesie di Alberto Gianfranco Baccelli (bag) con foto di Roberto Cicchinè, molto particolari ed in massima parte inedite, fatte apposta per il libro.
E' possibile acquistarlo on-line sul sito www.edizionisimple.it (info@edizionisimple.it) al prezzo di 10 euro (+ spese postali) oppure richiedendolo direttamente agli autori.

Un'ottima idea per un regalo di Natale, no? ;-)


NEBBIA

Ecco, si adagia
morbida
su rive, poggi e distese,
sugli alberi spogli
e sui cespugli verdi.
La pioggia
sorella maggiore
le invidia la leggerezza
e il rumore
che non fa.
La neve
sorella minore
l'osserva ed impara le movenze,
l'ozioso coricarsi
sulle cose.
Lei si alza
e lenta
stende il suo abbraccio
attorno al sole,
suo ingrato amante.

venerdì 11 dicembre 2009

"La mano di Fatima", il secondo romanzo di Ildefonso Falcones

Ildefonso Falcones - LA MANO DI FATIMA

Nei villaggi delle Alpujarras è esploso il grido della ribellione. Stanchi di ingiustizie e umiliazioni, i moriscos si battono contro i cristiani che li hanno costretti alla conversione. È il 1568. Tra i rivoltosi musulmani spicca un ragazzo di quattordici anni dagli occhi incredibilmente azzurri. Il suo nome è Hernando. Nato da un vile atto di brutalità — la madre morisca fu stuprata da un prete cristiano -, il giovane dal sangue misto subisce il rifiuto della sua gente. La rivolta è la sua occasione di riscatto: grazie alla sua generosità e al coraggio, conquista la stima di compagni più o meno potenti. Ma c'è anche chi, mosso dall'invidia, trama contro di lui. E quando nell'inferno degli scontri conosce Fatima, una ragazzina dagli immensi occhi neri a mandorla che porta un neonato in braccio, deve fare di tutto per impedire al patrigno di sottrargliela. Inizia così la lunga storia d'amore tra Fatima ed Hernando, un amore ostacolato da mille traversie e scandito da un continuo perdersi e ritrovarsi. Ma con l'immagine della mamma bambina impressa nella memoria, Hernando continuerà a lottare per il proprio destino e quello del suo popolo. Anche quando si affaccerà nella sua vita la giovane cattolica Isabel...

"La mano de Fàtima", 2009
Traduzione Nanda di Girolamo
Longanesi, collana La Gaja Scienza 941
pagg. 902, euro 22,00 — ISBN 978-88-304-2722-8



E' arrivato in libreria lo scorso 12 novembre il nuovo e molto atteso romanzo dello scrittore spagnolo Ildefonso Falcones, che si presenta nuovamente all'esame dei lettori con il romanzo La mano di Fatima (La mano de Fàtima, 2009).

Dopo "La cattedrale del mare", miglior esordio narrativo del 2007, "La mano di Fatima" si distingue per l'accurata rico­struzione storica, la densità di avveni­menti, la narrazione imperniata sulla vicenda di un uomo di fronte alle eter­ne passioni, l'odio, l'amore, le disillu­sioni e le speranze coltivate all'ombra del potere oscuro dell'Inquisizione e della nobiltà. Ma è anche la storia, at­tualissima, di uno scontro fra religioni calato nell'epopea di un intero popolo: un mosaico di personaggi alle prese con innumerevoli colpi di scena capaci di emozionarci sino all'ultima pagina.

Lo strepitoso successo del primo romanzo di Falcones si può esporre con la significativa cifra di quattro milioni di copie vendute in quaranta paesi.
Per "La Mano di Fatima" nel giugno di quest'anno l'editore spagnolo ha fatto una prima tiratura di cinquecentomila copie e nell'estate ha venduto una media di cinquantamila copie alla settimana.
Ora viene pubblicato in Italia e arriva nelle librerie in duecentomila copie.

In novecento pagine, che per il lettore scorreranno molto velocemente, lo scrittore narra una storia di amore e di soprusi che si svolge nel '500. Il protagonista Hernando è il figlio di due mondi in quanto nato dallo stupro di un prete cristiano nei confronti di una donna mora, e sarà sempre un uomo intrappolato tra due religioni e due amori, toccando con mano la crudeltà e la bontà di entrambe le parti, quella cristiana e quella mora. Sarà in lotta per ottenere la propria libertà e quella della sua gente oppressa in Andalusia.
Siamo nel 1568 e il romanzo inizia con la descrizione della ribellione dei "moriscos" nei villaggi dei paesi intorno a Granata e tra questi c'è anche un ragazzino di quattordici anni, Hernando che dopo la repressione sarà portato a Cordoba, costretto a lavori umilianti conoscerà la bella Fatima una morisca che ha perso il marito in battaglia per mano dei cristiani e deve lottare quotidianamente per vivere e provvedere a suo figlio di pochi mesi, Hernando inoltre conoscerà la cristiana Isabel il cui fratello è stato ucciso dai moriscos.
Un romanzo che sicuramente terrà avvinto il lettore con colpi di scena, avventure mozzafiato e i temi dell'amore, della guerra, di odi e di speranze.


Ildefonso Falcones de Sierra è nato a Barcellona nel 1959, esercita la professione di avvocato specializzato in diritto civile, da sempre appas­sionato di equitazione, vive a Barcel­lona con la moglie e i quattro figli.
Il suo romanzo d'esordio, "La cattedrale del mare", in Italia si è aggiu­dicato il Premio Boccaccio Sezione Internazionale.

giovedì 10 dicembre 2009

le recensioni di ThrillerCafé.it: "Misery" di Stephen King

Fonte: ThrillerCafé del 10/12/2009


Titolo: Misery
Autore: Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer
Anno di pubblicazione: 1987
Pagine: 392
Traduttore: Tullio Dobner

Trama in sintesi:
Protagonista del romanzo è Paul Sheldon, scrittore di fama internazionale, conosciuto soprattutto per le vicende della sua eroina romantica, “Misery”. Coinvolto in un incidente stradale, viene salvato dall’intervento provvidenziale di una ex-infermiera, Annie Wilkes. Lei lo porterà al sicuro, lo curerà, gli darà da mangiare, e si rivelerà la sua fan più sfegatata.
Qualcosa di morboso, tuttavia, caratterizzerà questo rapporto: Annie incomincerà ad abusare, fisicamente e psicologicamente, dello scrittore, lo terrà incatenato al letto, gli impedirà di uscire, di ribellarsi, arriverà finanche a tagliargli un piede per costringerlo alla prigionia. E, soprattutto, lo obbligherà a bruciare il suo ultimo romanzo, in cui l’autore aveva ‘ucciso’ la famosissima “Misery”, per obbligarlo a scriverne uno nuovo, in cui l’eroina è ancora viva, nonché protagonista indiscussa delle sue storie.

Vincitore del Premio Bram Stoker, “Misery” è un thriller/noir scritto da Stephen King nel 1987, ottimo sia per quanto concerne la trama che per lo stile. Nel romanzo si trovano alcuni stilemi che diverranno classici della letteratura kinghiana: l’immobilità, l’incapacità di muoversi, la costrizione fisica, il soffocamento, la claustrofobia.
Gli anni 80, tuttavia, non furono un periodo felice per il ‘re del brivido’: la dipendenza dalla cocaina lo portò a scrivere questo romanzo sotto l’effetto di stupefacenti; per poi rimuovere dal suo ricordo di poi, in maniera subitanea e incredibile, l’intera memoria del periodo dedicato alla stesura del libro. Libro che, in effetti, più che offrire un quadro lucido e acuto della mercificazione della letteratura – come molti hanno notato – offre il simulacro originale e pungente della disperazione di un uomo, uno scrittore per l’appunto, incatenato al letto e schiavizzato, seviziato, umiliato, da una donna, Annie Wilkes, umanizzazione impietosa ma puntuale della droga.
Portato sugli schermi da Rob Reiner del 1990, giunto in Italia col titolo “Misery non deve morire”, la pellicola si rivela un’ottima trasposizione del romanzo di King. Con James Caan nella parte di Paul Sheldon, e Kathy Bates nella parte di Annie Wilkes (vincitrice dell’Oscar come miglior attrice), il film scorre perfettamente sulla falsariga de romanzo da cui nasce, e ne trasmette con sapienza lo stesso senso di immobilità, costrizione, e terrore.

mercoledì 9 dicembre 2009

"La tomba di ghiaccio" di Steve Berry: impressioni a caldo

Steve Berry - LA TOMBA DI GHIACCIO

Cotton Malone è sempre stato convinto che suo padre, il comandante Forrest Malone, fosse morto in un incidente avvenuto nel 1971 a bordo del Blazek, un sottomarino nucleare di pattuglia nel Nord Atlantico. Ma quando Stephanie Nelle, il suo ex capo al dipartimento di Giustizia, gli procura il riservatissimo dossier del Pentagono, la verità che emerge è sconcertante: il Blazek era impegnato in una missione segreta sotto i ghiacci antartici e la fine dell'equipaggio è tuttora avvolta nel mistero. Un mistero che Malone non è l'unico a voler risolvere. La rotta del sottomarino, infatti, era stata stabilita seguendo le criptiche indicazioni contenute in un manoscritto trovato all'interno della tomba di Carlo Magno, lo stesso manoscritto che aveva spinto alcuni ufficiali nazisti a mettersi sulle tracce di una civiltà perduta e depositaria di conoscenze straordinarie. Quindi la marina degli Stati Uniti non solo ha organizzato, nel tempo, varie operazioni top secret per realizzare un progetto nazista, ma ancora oggi l'ambizioso ammiraglio Langford Ramsey intende impedire con ogni mezzo - lecito e illecito - che quella ricerca riprenda. Così, seguendo indizi che lo porteranno da un'antica cattedrale tedesca alle rovine di una fortezza francese, da Washington sino all'Antartide, Malone dovrà affrontare la sua missione più pericolosa, destreggiandosi fra traditori, bugiardi e assassini.

Titolo originale: "The Charlemagne Pursuit" - 2008
Editrice Nord (Collana "Narrativa Nord")
traduzione di Elisa Villa
2009 - 548 pagine - € 19,60


Leggere un romanzo di Steve Berry è sempre un piacere, quando poi si tratta di un romanzo appassionante come "La tomba di ghiaccio"... beh, è davvero un dispiacere arrivare alle ultime pagine.
L'ex avvocato americano, ora scrittore di successo tra i migliori del genere thriller storico-avventuroso, confeziona un nuova avvincente avventura della serie "Cotton Malone", catapultando questa volta l'ex agente segreto della sezione speciale "Magellano" in un'avventura che lo farà arrivare fino in Antartide per risolvere il mistero della scomparsa del padre, mistero legato anche al ritrovamento dei resti di una antica civiltà scovata grazie agli indizi celati nella tomba di Carlo Magno.

Non è una storia facile da seguire, bisogna ammetterlo: tanti personaggi, frequentissimi salti di scena, intrighi e intrecci a volte talmente contorti da confondere le idee su chi sia realmente dalla parte dei "buoni" e chi dei "cattivi"...
Ma nonostante questo, Berry riesce, come sua abitudine, a catturare l'attenzione del lettore amalgamando fatti storici reali o leggendari con scienza, medicina, tecnologia e politica contemporanea.
Un autore che, personalmente, adoro; attendo ora con ansia il suo nuovo romanzo, uscito oltreoceano con il titolo "The Paris Vendetta".
Naturalmente, per quanto riguarda "La tomba di ghiaccio", ne consiglio vivamente la lettura!

Riporto ora la recensione di thrillercafe.it...

In La tomba di ghiaccio Berry combina in modo verosimile fatti reali e invenzioni fantasiose, riuscendo a condurre in porto un’opera lunga ma comunque interessante fino alla fine. Carlo Magno, operazioni naziste e americane in Antartide, sottomarini supersegreti, volumi e reperti misteriosi scritti in una lingua indecifrabile: ingredienti apparentemente troppo distanti, ma in realtà tenuti assieme da una trama ben ideata e da una scrittura che utilizza frequenti salti di scena per tenere desta l’attenzione. Nell’impianto base da Military thriller, l’autore innesta quindi un movente storico-antropologico di sicuro fascino: la ricerca di una civiltà tecnologicamente avanzata già millenni fa, che avrebbe interagito con le culture dell’epoca trasmettendo loro conoscenze “fuori dal tempo”. I misteri del mondo in ogni caso sono tanti, basti pensare ai numerosi manufatti anacronistici (OOPArt) più o meno inspiegabili sparsi sul globo, e Berry ne sceglie qualcuno e ne fa buon uso, instillando nel lettore curioso più di un dubbio su quale sia il vero confine tra realtà e finzione. Quale segreti cela davvero la mappa di Piri Reis, per esempio?
La narrazione avanza così tra speculazioni e azione pura, con un nutrito cast di personaggi (alcuni un po’ troppo cliché) che condividono la scena con Cotton Malone e portano la storia dalle montagne tedesche alle basi off limits della Marina, fino alle pagine conclusive in Antartide, dove il cerchio si chiuderà e tutto verrà svelato.
Un libro consigliato agli amanti dei misteri e delle ambientazioni militari; sconsigliato invece a chi preferisce detective story, procedural e polizieschi.

...e alcuni commenti dei lettori trovati in rete:

Splendido Thriller dall'atmosfere vagamente Dostojevskiane, che ha i crismi del giallo fantastorico ma ha poco di fanta e molto di storico. La tensione glaciale del racconto non ti lascia mai respirare e i personaggi sono ben costruiti. Il migliore romanzo di Berry di sempre, da leggere assolutamente.

Delusione: non all'altezza dei precedenti. Lento e prolisso, lascia qualche buona aspettativa all'inizio sull'unico punto stimolante (rapporto Carlo Magno - Antartide) che poi però si perde per strada, perché il romanzo diventa un "concorso a premi" per coppie affiatate, con sorelle incarognite, militari e politici arrivisti, killer ed omicidi a go go dietro le quinte.. E poi lo stile, con l'uso continuo ed esagerato dei "salti di scena", che fanno perdere il filo. Dove è finito il Berry che conoscevamo?

Odio non finire i libri ma con questo non ce l'ho fatta l'ho mollato a meta' - storia lentissima -

Superba la penna del più celebre autore di romanzi storici degli ultimo anni. Steve Berry. Vicenda come sempre affascinante, ed incisiva. Geniale l'accostamento Carlo Magno - Antartide. L'avventuriero Malone, non molla mai, sembra non arrendersi mai, IL protagonista di numerosi enigmi apparentementi indecifrabili. Quale sarà la prossima avventura?


Leggi qua le mie altre recensioni dei libri di Steve Berry.

giovedì 3 dicembre 2009

"Hannibal Lecter: le origini del male" di Thomas Harris: la recensione di thrillercafe.it

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Fonte: thrillercafe.it del 02/12/2009

Recensito oggi Hannibal Lecter: le origini del male, il quarto romanzo di Thomas Harris sulle vicende del dottor Lecter, nonché ultimo episodio della serie. Il libro si prefigge l’ardua impresa di spiegare le origini psicologiche e sociali della psicopatia di Lecter, razionalizzando in tal modo la genesi del mostro.

Titolo: "Hannibal Lecter: le origini del male"
Autore: Thomas Harris
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2008
Pagine: 343
Traduttore: Callegari A.

Trama in sintesi
Vittima della guerra che devasta la Lituaniania, Hannibal vede la propria famiglia sterminata. Si rifugia in un piccolo casale con la sorellina Mischa, ma i due vengono catturati dai collaborazionisti dei tedeschi che, costretti dagli stenti, divoreranno la sfortunata bambina. Dopo l’orfanotrofio, Lecter trova accoglienza a Parigi, presso sua zia, la saggia Lady Murasaki, ma non smetterà mai di coltivare i germi della vendetta, e di dare libero sfogo al suo sadismo.

Nonostante l’apprezzabile tentativo di giustificare l’origine di un mostro tanto efferato, il libro è lacunoso, scritto fondamentalmente male, frutto di un improvviso impulso commerciale più che di una genuina ispirazione letteraria.
Nelle scarne pagine del romanzo, Thomas Harris si conferma ciò che Morandini lo aveva definito: narratore di razza, e scrittore appena discreto. Dotato di talento visionario, senz’altro, ma privo di quello slancio artistico/letterario caratteristico degli scrittori di razza. Il carattere estremamente poco prolifico della sua produzione letteraria (quasi esclusivamente incentrata su un solo personaggio) sta lì a dimostrarlo.

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Fortemente voluta da Dino De Laurentiis, la trasposizione filmica dell’ultima fatica di Thomas Harris vede lo scrittore anche come sceneggiatore: rispetto al romanzo, poco più che mediocre, la sceneggiatura merita senz’altro di più. Inoltre, al di là delle lacune della storia e della discutibile scelta di Harris sulle origini psicologiche del mostro antropofago, la pellicola scorre in maniera abbastanza veloce. Non ci sono tempi morti e l’attenzione è mantenuta a livelli sufficientemente alti dalle ragioni d’interesse alla base di ogni prequel: cosa è successo prima? Come si spiegano certe cose? Nonostante la buona interpretazione di Gaspard Ulliel, la nostalgia del cinefilo che guarda la pellicola riguarda inevitabilmente la mancanza dell’attore che, sopra ogni altro, ha vestito i panni dello psichiatra cannibale: Anthony Hopkins.
Nel complesso, il film è apprezzabile in ogni caso per storia, sceneggiatura e ritmo. Gong Li, nella parte di Lady Murasaki, riesce nella difficile impresa di superare, in eleganza e charme, addirittura se stessa.


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mercoledì 2 dicembre 2009

"La Città della gioia" di Dominique Lapierre: impressioni a caldo

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Dominique Lapierre - "LA CITTA' DELLA GIOIA"

Deluso e amareggiato sotto il profilo professionale, un giovane medico statunitense lascia il suo paese e va in India, alla ricerca di qualcosa che gli restituisca il senso dell'esistenza, intraprendendo un lungo viaggio dalla ricca America alle bidonville di Calcutta. La realtà che lo aspetta è però sconvolgente, un vero e proprio inferno di miseria e degradazione, nel quale gli uomini cercano di sopravvivere tra topi e scarafaggi, nella più assoluta mancanza di mezzi. Ma proprio qui, nelle allucinanti colonie di lebbrosi della "Città della gioia", in mezzo a inondazioni, fame e malattie, il protagonista riuscirà a ritrovare la forza di riscattarsi. Un romanzo sconvolgente, una straordinaria lezione di coraggio.

Titolo originale: "La Cité de la joie" 1985
Traduzione di Elina Klersy Imberciadori
Mondadori, 494 pagine


"La Città della gioia" è uno di quei libri che restano dentro a lungo... molto a lungo.
L'ho letto più di due anni fa, eppure le emozioni provate durante la lettura sono ancora vive nella mia memoria.
E' senza dubbio un libro che fa pensare a tante cose: basti leggere i commenti dei lettori a seguire per rendersene conto.
Il romanzo non è recente, è stato scritto da Dominique Lapierre nel 1985, ed è tratto da un’esperienza che ha vissuto lo stesso autore nella medesima bidonville di Calcutta; nella prefazione del romanzo, infatti, Lapierre dichiara di aver cambiato il nome dei personaggi e la professione, ma che in sostanza i fatti narrati corrispondono alla realtà.
Ne è stato tratto anche un film del 1992 (City of Joy) interpretato dal compianto Patrick Swayze.

Il mio giudizio? E' un libro assolutamente da non far mancare nella propria libreria!
Ed ecco qualche commento al libro trovato in rete, buona lettura!


E' il più bel libro che abbia mai letto, affascinante il soggetto, l'atmosfera è coinvolgente, l'umanità e la gioia di vivere del popolo indiano, anche se spesso costretto a vivere in condizioni al limite dell'umano, traspare dalle righe del libro, scorrevole la lettura, ti coinvolge come e più di quanto si lasciano coinvolgere i lettori di libri gialli, non riesci a smettere di leggere. Grazie a Lapierre per questo straordinario regalo.

Sebbene abbia 47 anni, padre di figli e legga da sempre (alcune centinaia di libri) non mi è mai successo di chiudermi in casa per ore intere, e la Domenica, a leggere un libro: mi è successo con LA CITTA' DELLA GIOIA. E so che è TUTTO VERO quello che dice. Sono Cristiano e il mio credo vede in esso un'immersione di verità, al di là di tante e tante omelie domenicali. Un plauso a LAPIERRE.

L'ho letto tanto tempo fa, ma mi è rimasto nel cuore. E' forse il libro più triste che abbia mai letto, ma che ha lasciato un segno tangibile nel mio cuore, un solco. Una storia di vita. Una storia vera, sanguigna, reale. Ma che trova degli spunti di giovialità e serenità anche nella più straziante povertà. Devo ammetterlo: mi ha insegnato davvero tanto.

È difficile che pianga leggendo un libro, eppure con La città della gioia mi sono ritrovata spesso ad asciugarmi le lacrime, non tanto per le condizioni atroci in cui ancora vivono quei reietti, quanto per la splendida dignità che dimostrano nella prova. È un testo che scuote, che provoca un'autentica rivoluzione della coscienza. Consiglio agli adolescenti di leggere questo libro-testimonianza che ci fa rendere grazie ogni istante al Signore per tutto quello che abbiamo e che siamo e che ci deve indurre a fare ciascuno la sua parte per alleviare le sofferenze di chi ci sta vicino o lontano.

Ho appena finito di leggere il libro. Prima di comprarlo avevo letto tutti i commenti e non vedevo l'ora di iniziare, beh ora che ho finito posso dire che è veramente il libro più bello letto finora! Quello che più mi ha fatto riflettere a parte la grande forza nel reagire a situazioni che per me sono inimmaginabili, è stato leggere di come persone appartenenti a religioni diverse riescono non solo a convivere ma a partecipare con gioia alle ricorrenze e ai riti di chi ha un credo diverso ed in questi anni fatti di guerre legate proprio a queste diversità mi ha fatto capire che allora tutto è possibile, che se solo le persone lo volessero realmente si potrebbe rimanere fedeli alle proprie idee, credenze, usanze senza distruggere ciò che è diverso e anzi magari riuscendo anche a farne un motivo di gioia e di festa insieme!

La Città della Gioia è un libro che mi è stato regalato. Ringrazio sentitamente chi ha scelto per me questo regalo. Mi sono ritrovata in un mondo sconosciuto. Mi reputo una persona che percepisce le ingiustizie a colpo d'occhio e, la lettura di questo libro ha acuito in me questo senso. La consapevolezza che viviamo a due passi da un Paese così dilaniato dalla carestia mi inorridisce. La nostra è una nazione "civile" ma non è questo a distinguerci da un paese come l'India. In Italia non si accettano gli omosessuali, gli extra comunitari, i diversi da noi... ci fanno paura. Nei paesi occidentali è molto poco diffusa la cultura dell'uguaglianza... siamo pronti a lanciare missili intelligenti che distruggono interi villaggi solo per interessi economici e a due passi dalla nostra "cultura civile" si estende un paese dal quale avremmo molto da imparare. Gli esempi riportati nel libro dovrebbero insegnare a noi occidentali tantissime cose...

Io sto leggendo questo libro da pochi giorni e sono già a pagina 190. Questo libro mi sta intrigando, quando inizio a leggere non riesco a smettere, è una storia interessante ed estremamente istruttiva. Ho sempre pensato che fare del volontariato fosse una delle cose più belle al mondo e leggendo questo libro sto capendo che non è soltanto una cosa molto bella, ma anche estremamente importante. In una città disastrata come Calcutta si possono ritrovare quei valori che nelle città cosiddette "civili" sono ormai scomparsi da tempo! La solidarietà e l'amore che i poveri si dimostrano tra di loro è uno degli insegnamenti più importanti del libro, insegnamenti che tutti dovrebbero imparare! BRAVO DOMINIQUE!

Ho letto questo meraviglioso libro circa 10 anni fa ma stasera navigando sul sito [...] mi e' apparso e non ho potuto fare a meno di ricordarmi le emozioni che mi suscito' la lettura di uno dei piu' belli, commoventi libri della mia vita. Che delusione il film. Un libro da leggere e rileggere, da regalare, consigliare e quant'altro. Stupendo.

Un libro semplicemente fantastico! Mi ha fatto conoscere un autore - Dominique Lapierre - che ho poi approfondito e devo dire che i suoi libri non lasciano mai indifferenti. Anche a distanza di anni il solo rivedere la copertina mi fa rivivere momenti di lettura indimenticabili.

Ho letto la "citta' della gioia" qualche anno fa e ancora lo ricordo volentieri, ma per quanti ne sono stati colpiti, come me tra l'altro, leggete anche "mezzanotte e cinque a Bhopal", sempre di LaPierre (in collaborazione con Moro credo) e una volta finito di leggere pensate che la tragedia è successa realmente e che i responsabili sono tutt'ora impuniti.

Se non un grandissimo romanzo è comunque una lettura straordinaria: per quanto la mia mente di ricca occidentale sappia che si possa vivere in miseria e difficoltà, non avrei mai creduto immaginabile un degrado di quel tipo in cui, però, si stagliano incrollabili fierezza e dignità. In cui, però, amor vincit omnia. Straordinario e miracoloso. Anche dal mio punto di vista razionale e non credente. Una nota a margine: come è stata possibile quella scelta insulsa per la sintesi in quarta di copertina?

Un inno alla vita e all'uomo, un agghiacciante ritratto della società indiana delle bidonvilles, un omaggio alla straordinaria opera di quanti dedicano la propria vita al prossimo. La Città della Gioia riesce a trasmettere al lettore emozioni e sentimenti contrastanti, dalla frustazione e mestizia per le inumane condizioni in cui versano milioni di abitanti delle megalopoli indiane alla gioia e speranza per lo straordinario attaccamento alla vita che queste stesse persone hanno, nonostante le dure prove cui ogni giorno sono sottoposte. Un libro che induce alla riflessione e che appassiona. Da leggere.

Ho terminato proprio ieri la lettura di questo incredibile libro!!! Credo che la fantasia umana non sarebbe riuscita a descrivere e ad inventarsi la tragica realtà che incombe su questa parte del mondo! E' un libro che fa riflettere molto, non si è più gli stessi dopo qusta lettura... anche se ho avuto la fortuna di visitare l'India poco prima dello tsunami, cio' nonostante non avrei potuto immaginare che esistesse un universo tale, per quanto vedessi ed intuissi un degrado esagerato in talune parti!!! Credo veramente nel messaggio dell'autore... è nostro sacrosanto dovere cercare di eliminare le cause che determinano tali realtà, perchè è altrettanto sacrosanto dovere restituire la DIGNITA' alle persone vittime di grandi ingiustizie sociali!!!!

Un libro che ti insegna a pensare, ad apprezzare quello che hai, a sorridere in ogni situazione e a non rimanere indifferente. Stupendo!!!

E' un libro assolutamente magnifico. Lapierre riesce a farti respirare l'India... la sua tragicità e allo stesso la sua magia! E' un libro da donare...

L'ho letto tanti anni fa e di recente l'ho regalato ad un amico che è stato in India. Spero lo abbia apprezzato, per me è un capolavoro!

Sto leggendo il libro "Citta' della gioia" e ne sto traendo una lezione di vita e di altruismo ammirevoli. Mi sta dando tanto coraggio e speranza poichè se in Italia si stanno vivendo momenti molto difficili, si puo' pensare che traendo spunto dal libro, ci sia una Presenza soprannaturale che provveda con l'amore e la forza del coraggio ad affrontare questi momenti critici, poichè c'è sempre la speranza di un domani migliore. Ammirevole la capacità dell'autore nel raccontare e far vivere quasi immersi nella "Città della Gioia".

E' un libro bellissimo che tutti dovrebbero leggere. Se fossi un'insegnante lo includerei tra i libri di testo. L'ho prestato a tanta gente (solitamente non presto i miei libri, ma per questo ho fatto un'eccezione proprio per divulgarlo), spero ne abbiano tratto buoni insegnamenti. Comperate anche il seguito (che è più fotografico che letterario): Gli Eroi della Città della Gioia, così vi fate un'idea ancora migliore dei protagonisti e della loro vita. Grazie Dominique!

Ho letto il libro alcuni anni fa, quando ancora mi occupavo di volontariato in appoggio a missionari in Africa: il libro, oltre che bellissimo, è anche una interessante denuncia di quanto l'opera del vero missionario possa essere resa più ardua dall'ambiguità di certa autoritaria parte che rifugge da atti di eroismo! Nel film ciò non compare: epurato?


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