Ho terminato di leggere, due giorni fa, un bel romanzo; anzi, direi che sono giunto alla fine (a malincuore) di un romanzo che mi ha parecchio appassionato: "La Cattedrale del Mare", il libro di Ildefonso Falcones.
Di Barcellona, dove esercita la professione di avvocato specializzato in diritto civile, alla sua prima esperienza con un romanzo storico e fino ad oggi a me sconosciuto come autore: il lavoro di Falcones ha attirato l'attenzione del mio sguardo sullo scaffale della libreria grazie all'elegante copertina, ha stuzzicato la curiosità di leggerlo grazie al titolo che ha richiamato in me atmosfere "già sentite", ha acceso il desiderio di acquistarlo grazie alle note della critica riportate sul retro.
Lo scrittore spagnolo ha veramente fatto un ottimo lavoro, non c'è che dire...
Di Barcellona, dove esercita la professione di avvocato specializzato in diritto civile, alla sua prima esperienza con un romanzo storico e fino ad oggi a me sconosciuto come autore: il lavoro di Falcones ha attirato l'attenzione del mio sguardo sullo scaffale della libreria grazie all'elegante copertina, ha stuzzicato la curiosità di leggerlo grazie al titolo che ha richiamato in me atmosfere "già sentite", ha acceso il desiderio di acquistarlo grazie alle note della critica riportate sul retro.
Lo scrittore spagnolo ha veramente fatto un ottimo lavoro, non c'è che dire...
Da appassionato dell'opera di Ken Follett, è stato inevitabile paragonare e valutare il romanzo di Falcones prendendo come peso e misura il lavoro cult dello scrittore gallese, "I pilastri della terra": i punti in comune tra le due opere saltano presto all’occhio, a cominciare dall’evolvere della trama intorno a una cattedrale gotica nel medio evo alla costruzione della quale il protagonista è interessato in prima persona.
Un libro consigliatissimo, che non deluderà neanche chi non ama particolarmente i romanzi storici.
Ne "La Cattedrale del Mare" il protagonista disegna una parabola umana che lo porterà (a dire il vero, in maniera non molto credibile per l'epoca) agli antipodi delle proprie umili origini, in un imprevedibile e avvincente crescendo di eventi che tocca l’apice nelle liberatorie pagine finali, passando attraverso amori avversati, amicizie leali, guerre, vendette personali, pestilenze fino allo scontro con la terribile Inquisizione.
Arnau Estanyol, figlio di Bernat contadino e servo della gleba, scampato alla morte cui era stato destinato, ancora in fasce, dalla crudeltà del locale signorotto feudale, già reo di averne stuprata la madre durante le nozze di questa e di averla poi strappata a lui ed a suo padre, è salvato rocambolescamente da quest’ultimo; il ragazzino cresce poi nella città comitale di Barcellona, dove la sorridente effige della Madonna del Mare, nell’erigendo duomo ad essa consacrata, lo avvince col suo aspetto materno, ottenendone spassionata e sempiterna devozione.
Il resto... è scritto nel romanzo, non voglio anticipare ulteriormente le vicende del protagonista.
Ildefonso Falcones ha riscritto questo libro una decina di volte prima di trovare qualcuno che lo pubblicasse, e dobbiamo essergli grati per questa sua perseveranza: le 640 pagine del libro si leggono bene senza tentennamenti, senza annoiare il lettore che anzi, grazie allo stile descrittivo dello scrittore spagnolo, si sente accompagnato per mano nelle strade assolate della Barcellona del quattordicesimo secolo, ode le voci e il frastuono dei mercati, sente l'odore salmastro della spiaggia... e "vive" in prima persona i sentimenti, le passioni e le paure dei protagonisti.
La ricostruzione dell'ambientazione storica è minuziosa, approfondita fino a renderla quasi "enciclopedica", capace di immergerci in un'epoca lontana in senso temporale ma non così lontana dalle nostre origini; inoltre il libro ci consegna una quadro in movimento di un'età in cui potere e religione si sfidavano continuamente, specie in Spagna dove il Re era anche il difensore della chiesa.
Arnau Estanyol, figlio di Bernat contadino e servo della gleba, scampato alla morte cui era stato destinato, ancora in fasce, dalla crudeltà del locale signorotto feudale, già reo di averne stuprata la madre durante le nozze di questa e di averla poi strappata a lui ed a suo padre, è salvato rocambolescamente da quest’ultimo; il ragazzino cresce poi nella città comitale di Barcellona, dove la sorridente effige della Madonna del Mare, nell’erigendo duomo ad essa consacrata, lo avvince col suo aspetto materno, ottenendone spassionata e sempiterna devozione.
Il resto... è scritto nel romanzo, non voglio anticipare ulteriormente le vicende del protagonista.
Ildefonso Falcones ha riscritto questo libro una decina di volte prima di trovare qualcuno che lo pubblicasse, e dobbiamo essergli grati per questa sua perseveranza: le 640 pagine del libro si leggono bene senza tentennamenti, senza annoiare il lettore che anzi, grazie allo stile descrittivo dello scrittore spagnolo, si sente accompagnato per mano nelle strade assolate della Barcellona del quattordicesimo secolo, ode le voci e il frastuono dei mercati, sente l'odore salmastro della spiaggia... e "vive" in prima persona i sentimenti, le passioni e le paure dei protagonisti.
La ricostruzione dell'ambientazione storica è minuziosa, approfondita fino a renderla quasi "enciclopedica", capace di immergerci in un'epoca lontana in senso temporale ma non così lontana dalle nostre origini; inoltre il libro ci consegna una quadro in movimento di un'età in cui potere e religione si sfidavano continuamente, specie in Spagna dove il Re era anche il difensore della chiesa.
Un libro consigliatissimo, che non deluderà neanche chi non ama particolarmente i romanzi storici.
Fonte foto: dalla rete
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