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mercoledì 25 agosto 2010

"La finestra rotta" di Jeffery Deaver: impressioni a caldo

Jeffery Deaver - LA FINESTRA ROTTA

Alice Sanderson viene trovata morta nel suo appartamento di Manhattan, la gola recisa, il quadro più prestigioso della sua collezione scomparso. Gli indizi sulla scena del delitto conducono inequivocabilmente ad Arthur Rhyme, un uomo sposato che la vittima frequentava da poco. Ma non tutto, forse, è come sembra: nella catena di omicidi che da qualche mese insanguina New York, le tracce raccolte dagli inquirenti hanno l'evidenza delle prove schiaccianti, un'evidenza quasi sospetta. È Lincoln Rhyme, criminalista tetraplegico geniale e ribelle, a prendere in mano l'ultimo caso, per scagionare il cugino Arthur e ricomporre i frammenti di una sciarada impenetrabile e crudele come il delitto perfetto. Le sue ricerche lo portano a indagare su alcune società che raccolgono vertiginose quantità di dati sull'esistenza della gente comune. Per scoprire a sue spese che proprio nelle prove che inchiodano senza apparente rimedio i presunti colpevoli si cela l'unico indizio sull'identità di un killer che conosce ogni dettaglio delle vite degli altri. Con "La finestra rotta", Jeffery Deaver, che il Times ha definito "il più grande autore di thriller vivente", torna a mettere in scena uno dei personaggi più amati della narrativa americana di oggi: Lincoln Rhyme.

Titolo originale: "The Broken Window", 2008
Casa Editrice Rizzoli (Collana Rizzoli Best)
Traduzione: Andrea Carlo Nappi
565 pagine - € 21,50


LA RECENSIONE DI IBS:
[...] "Sapere è potere... Il bene più prezioso del Ventunesimo secolo è l'informazione."
E' davvero possibile che esista qualcuno in grado di conoscere ogni singolo dettaglio della nostra vita? E' possibile che le nostre idee, le nostre abitudini, così come i nostri dati biologici e sensibili, siano a disposizione di qualcuno in grado di modificare il corso del nostro destino?
Con il ventesimo thriller pubblicato negli ultimi dieci anni, l'ottavo della serie dedicata a Lincoln Rhyme, Jeffery Deaver tocca ancora una volta un nervo scoperto della società contemporanea. La paura di essere spiati, schedati, duplicati, la sensazione di panico che ci invade quando ci rendiamo conto che lo scenario prospettato è perfettamente possibile. Ed è proprio la verosimiglianza l'arma vincente di Jeffery Deaver, uno scrittore capace di creare scenari carichi di suspense.
La squadra del criminologo tetraplegico, portato sugli schermi da uno strepitoso Denzel Washington, è ancora una volta protagonista del romanzo, un gruppo che fa della deduzione e dell'indagine scientifica il suo punto di forza. Oltre alla fidata Amelia Sachs, allieva e musa di Lincoln Rhyme, ritornano in questo romanzo l'ostinato detective Lon Sellitto, il sergente Mel Cooper e il giovane Ron Pulaski. Una task force di giovani menti argute che, guidate dal geniale investigatore, avranno il compito di scagionare Arthur Rhyme, il cugino del criminologo, dall'accusa di omicidio.
Un'indagine che procede a ritroso, contro ogni prova evidente che inchioderebbe Arthur senza appello. Una ricerca che punta dritta al cuore del potere newyorkese, cioè all'interno di una delle più grandi aziende di data mining del mondo, capace, per intenderci, di gestire un database contente oltre 500 petabyte di informazioni private e pubbliche su milioni di cittadini americani. Al suo interno, in un groviglio di dispositivi di sicurezza, si annida il serial killer, identificato con il numero 522, contro cui è partita la disperata caccia all'uomo, mentre Arthur, il principale sospettato, è detenuto praticamente all'inferno, cioè al Tombs, il centro di detenzione di Manhattan. Per svelare la vera identità di 522, viene ingaggiato Rodney Szarnek, dell'Unità del crimine informatico, un nuovo elemento in grado di dare una svolta decisiva alle indagini.
Jeffery Deaver, colui che viene definito dal Times il più grande autore di thriller vivente, con questo romanzo ci offre, ancora una volta, una prova inconfutabile della sua geniale vena creativa. [...]


IL MIO GIUDIZIO:
Sono arrivato a leggere l'ottavo episodio della serie "Lincoln Rhyme" ed ancora non mi sono stancato; Deaver riesce ad appassionarmi più di qualsiasi altro autore, ed è quasi con dispiacere che inizio la lettura dell'ultima indagine, la nona ("Il filo che brucia") con protagonista il detective tetraplegico e la sua compagna Amelia Sachs.
Difficile dire qualcosa di Deaver che non sia già stato detto in passato: i suoi racconti vanno letti e gustati dal primo all'ultimo, vanno assimilati attentamente per non tralasciare nessun indizio che l'autore semina qua e là nel percorso che ci porterà a scoprire il colpevole (quello vero, che non è mai quello che sospetta il lettore).
Trame contorte, passaggi a volte assurdi ma congrui con la narrazione, grandi intuizioni...
Se cercate un libro che possa appassionarvi, "la finestra rotta" fa per voi, consigliatissimo!


L'AUTORE:
Jeffery Deaver, nato a Glen Ellyn nel maggio del 1950, è un affermato scrittore statunitense. Autore di romanzi thriller, è tre volte vincitore dell'Ellery Queen Readers Award for Best Short Story of the Year, si è visto assegnare il British Thumping Good Read Award ed è stato più volte finalista all'Edgar Award. L'opera prima di Jeffery Deaver, venduta in 150 paesi e tradotta in 50 lingue, dà vita al personaggio di Lincoln Rhyme, il geniale criminologo tetraplegico protagonista de Il collezionista di ossa (Sonzogno, 1998), e degli altri otto romanzi della serie a lui dedicata.


I COMMENTI DEI LETTORI:
Di gran lunga superiore a "La luna fredda" l'ho comprato sperando fosse proprio così e con un po' di puzza sotto il naso visto la precedene delusione ed invece per fortuna non sono rimasto deluso... veramente bello!

Gradevole... interessante tutta la parte dedicata all'informatica e alla privacy... forse anche un po' inquietante, meno male infatti che le tracce informatiche che ognuno di noi lascia dietro di sè non ci rendono immortali (ci vuole ben altro!!!) come pensa il serial-killer... E' il primo libro che leggo di quest'autore e non mi ha deluso... probabilmente leggerò qualcos'altro di suo.

Non avevo mai letto libri di Jeffery Deaver, non leggo normalmente gialli, ma questo libro mi è proprio piaciuto. Vi invito a leggere questo libro che oltre ad essere un ottimo giallo vi farà riflettere su quanto una piccola informazione personale non è importante, ma tante piccole informazioni personali possono diventare un'arma potentissima in mano a chi li possiede.

Premessa: di Deaver ho letto tutto. Svolgimento: ahimé Deaver è in fase calante!! Qualche buon colpo di scena, ma l'approccio sbrigativo e un po' superficiale con cui affronta i personaggi e le indagini, delude non poco! Temo che sia il momento per me di cambiare "autore preferito".

Ho cominciato a leggerlo con grande entusiasmo, non avevo mai letto nulla di questo autore ed ero curiosa. Ho divorato la prima metà in pochissimo tempo. Poi mi sono arenata completamente. L'ho finito a grande sforzo due giorni fa ed ho gioito quando sono faticosamente giunta all'ultima pagina. All'inizio mi ha avvinta, poi l'ho trovato mooooolto lento, poco originale. Non ci sono colpi di scena stupefacenti ed il mistero si risolve in modo molto sbrigativo. Il bilancio è: noioso. Credo che non mi cimenterò nella lettura di altre sue opere.

Bello e avvincente. Il tema della privacy e dell'informazione come strumento di potere anche in senso negativo (viene richiamato perfino Hitler e il nazismo) è tutt'altro che scontato e deve essere considerato seriamente, nonostante sia inserito in un ambito romanzato. E' il secondo libro che leggo di questo autore (dopo Lo scheletro che balla) e non ha per niente deluso. Un consiglio per chi ha questa possibilità: leggete i libri gialli in lingua originale, sono innegabilmente più belli!

Per me Jeffery Deaver cammina sempre ad un passo davanti agli altri e anche in questo caso mi sembra abbia costruito una storia ottimamente equilibrata, utilizzando il tema dell'informatica e del controllo delle persone. Ottima come sempre la traduzione in italiano, filtro imprescindibile per una giusta fruizione del testo straniero.

È il terzo libro di Deaver che leggo. Dopo "Lo Scheletro che Balla" e "La lacrima del Diavolo" tutti e tre molto belli ma per me questo è il migliore. Sicuramente Thriller molto originale, tema attualissimo e per questo un po’ inquetante. Un altro capolavoro di Jeffery Deaver.

Considero Jeffery Deaver il più grande scrittore vivente di Thriller, la finestra rotta non mi ha, comunque, appassionato come la scimmia di pietra o lo scheletro che balla. Mi è sembrato un po' lento il ritmo che, invece, ha sempre contraddistinto i libri dell'autore, in particolare quelli interpretati da Lincoln Rhyme. In conclusione, però, l'autore è talmente bravo che a mio parere i suoi libri, per gli appassionati del genere, vale sempre la pena di leggerli.

Thriller che merita un plauso per la trama "impegnata" incentrata sulle implicazioni derivanti dalla strumentalizzazione informatica della privacy degli individui. Il libro però presenta almeno due criticità: la storia nella prima parte stenta ad appassionare, rivelandosi un po' macchinosa e con molti personaggi che distraggono e confondono; inoltre, alcune improbabili coincidenze e qualche situazione inverosimile fanno vacillare l'ottima seconda parte del libro.

Davvero un bel libro. Ottima e interessante la trama, persino un po' inquietante, anche se complessa e a tratti "macchinosa".

Ho letto quasi tutti i libri che ha scritto e considero Deaver il leader indiscusso del genere giallo. Per chi ama libri indecifrabili e con colpi di scena fino alla fine è l'autore giusto.

Libro di ottima fattura e molto scorrevole; intrighi e colpi di scena non mancano. Consigliato.

Anch'io ritengo, come altri, Deaver il migliore autore di thriller attuale. Pur tuttavia, non mi sento di considerare "La finestra rotta" uno dei suoi migliori romanzi, perchè, nonostante non manchino ottimi colpi di scena e la trama sia intrigante, in alcuni passaggi cade la tensione e risulta ridondante.

Solita narrativa di qualità. Se è il primo libro che leggette del "maestro" Deaver vi sembrerà un capolavoro. Recuperate lo "scheletro che balla" e la "sedia vuota" per comprendere l'abilità narrativa di questo autore. La Finestra rotta rimane un buon libro, anche se ormai lo sviluppo psicologico di Lincoln e Amelia è delineato (rileggere in ordine cronologico i libri). Grande consueta dovizia di particolari nella descrizione del data-mining, ma indagine questa volta un po' sbrigativa. Ora uscirà un libro con Kathrine Dance e poi ci sarà la caccia all'orologiaio. In sostanza buon libro ma non il miglior Deaver.

Per chi ormai "conosce" a fondo Deaver, avendo letto ogni suo capolavoro, ed abituato ai non meno che eccellenti livelli raggiunti da questo maestro del genere, diventa ovviamente sempre più difficile soprendersi. Per questo motivo io ho imparato a far passare sempre un po' di tempo tra una sua lettura e l'altra e, così, per gli altri come per questo suo ultimo capolavoro non posso esprimermi se non col massimo plauso. Non si può davvero dire di conscere il thriller se non si ha ancora letto un inarrivabile, irragiungibile JEFFERY DEAVER!!!!

Bellissimo libro ricco di emozioni , suspense con una trama particolareggiata e molto ben costruita. Il sosco è difficilmente intuibile e lascia con il fiato sospeso fino all'ultima pagina dove Deaver elabora un ennesimo colpo di scena che impreziosisce ancor di più il tutto. Complimenti a questo grande scrittore che non delude mai.

Ottimo libro, appassionante e ricco di colpi di scena.

Libro discreto fino alle ultime pagine, il finale e'deludente e non c'entra nulla, forse Deaver aveva voglia di chiudere questo libro e iniziare a scriverne un altro.

Uno dei libri più belli di Deaver. Molto avvincente e pieno di colpi di scena dall'inizio alla fine. Consigliato vivamente.

lunedì 23 agosto 2010

"La luna fredda" di Jeffery Deaver: impressioni a caldo

Jeffery Deaver - LA LUNA FREDDA

In una gelida notte di dicembre, con una luna piena che si staglia nel cielo nero di New York e la paura diffusa tra la gente di un nuovo 11 settembre, un killer spietato colpisce due volte a poche ore di distanza. Sulle scene dei delitti lascia il suo "biglietto da visita", un costoso orologio con le fasi lunari sul quadrante e un messaggio firmato "L'orologiaio". Tutto lascia supporre che i due omicidi non siano destinati a rimanere gli unici. Il criminalista Lincoln Rhyme e i suoi collaboratori hanno a disposizione solo poche ore per fermare quel killer geniale e meticoloso ossessionato dal tempo, che pianifica i suoi delitti con precisione cronometrica. E Amelia Sachs fatica a conciliare la caccia all'Orologiaio con la sua prima indagine autonoma, il caso di un apparente suicidio che la porterà a scoprire inquietanti rivelazioni sul proprio passato che potrebbero minare alle basi il particolarissimo rapporto con Lincoln. Fortunatamente compare sulla scena dell'inchiesta un'inattesa quanto provvidenziale alleata per Rhyme: l'agente speciale del Bureau of Investigation della California Kathryn Dance, esperta nella lettura del linguaggio non verbale negli interrogatori. Nonostante Rhyme si mostri scettico sull'attendibilità delle testimonianze e Kathryn nutra poca fiducia sulle prove fornite dai rilievi effettuati, la loro bizzarra collaborazione riesce a smontare quello che via via si configura come un meccanismo a scatole cinesi fatto di inganni e doppi giochi.

Titolo originale: "The Cold Moon", 2006
Casa Editrice Rizzoli (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli)
Traduzione: Andrea Carlo Nappi
465 pagine - € 7,35


LA RECENSIONE DI unoenessuno:
[...] Dopo "La dodicesima carta", avevo il timore che sarei rimasto deluso da tutti libri successivi. Dopo tutta quella azione, colpi di scena... poteva il genio di Deaver superarsi? La risposta è si. Parte come la storia della caccia ad un serial killer, l'Orologiaio, che uccide le sue vittime e lascia loro accanto un orologio (con l'indicatore delle fasi lunari): quasi a sottolineare la lentezza dell'agonia cui sono state sottoposte le vittime. Qual è il piano dell'orologiaio, perchè uccide?
"Sai, stiamo sulla terra per un tempo limitato. Giorni, mesi ... Noi speriamo che siano parecchi anni"
"Giusto"
"E' come se Dio, o qualsiasi altra entità in cui credi, avesse una grande lista di tutte le persone che esistono al mondo. Quando le lancette del suo orologio raggiungono una data ora, è finita. Quelle persone non ci sono più. Bè, io ho la mia lista".
"Dieci persone"
"Dieci persone. La differenza è che Dio non ha una buona ragione per ucciderle. Io sì".

E il caso dell'Orologiaio impegna seriamente Lincoln e la sua squadra: capisce che questo assassino è molto esperto nel non lasciare tracce. Per la prima volta, poi, Amelia, la sua compagna, sta seguendo un altro caso (un finto suicidio di un uomo d'affari): quello che inizialmente è solo "l'altro caso" (rispetto a quello del serial killer), si rivela molto più complesso, per Amelia, che arriva a scoprire un grosso giro di poliziotti corrotti del 118 distretto. Un giro che coinvolge anche qualche pezzo grosso della città. Ma soprattuto che la porta a scoprire una verità imbarazzante sul padre e sul suo passato.
Tra i nuovi personaggi della storia, Deaver ha inserito l'esperta di cinesica Kathryn Dance, che aiuterà negli interrogatori dei sospettati Amelia e Lincoln: è un'esperta nell'osservare il comportamento, le espressioni delle persone interrogate, alla caccia del particolare che ne tradisce lo stato emotivo. Sarà un bello scontro tra lei, cui interessa l'aspetto umano del crimine e Lincoln, inizialmente scettico sulla sua presenza, cui interessano solo l'aspetto scientifico, le prove.
Ma nella seconda parte del libro, quando forse iniziavate ad essere un po' delusi dal solito clichè del serial killer ecco che la storia cambia di colpo. E perderete tutti i punti di riferimento conquistati prima. Deaver è stato geniale nell'architettare una storia complicata e perfetta (perfetta come un orologio, se mi è concessa una battuta): un meccanismo pieno di colpi di scena, dove dietro un mistero se ne nasconde un altro. Nulla è come appare inizialmente, e le difficoltà degli investigatori diventano le difficoltà del lettore a capire dove la storia vuole arrivare.
Un serial killer che non è più un serial killer... anzi no, lo è: è un assassino spietato cui piacciono le sfide impossibili. Capace di prendersi gioco anche di Lincoln stesso. Leggerete e rileggereta le pagine della prima parte del libro, per vedere se la storia raccontata sta ancora in piedi alla luce delle rivelazioni cui si arriva. Come un assassino, costretto a tornare sul luogo del delitto.
E i due casi che arrivano a confluire in un unico caso...
Ma il libro è da apprezzare anche per gli altri spunti che lo arricchiscono: il tema del prima e del dopo. Della città di New York, prima e dopo l'attentato dell'11 settembre che ne ha cambiato per sempre la fisionomia ma anche le abitudini dei newyorkesi. Ne ha accresciuto le paure, cosa succederà la prossima volta?
Ma anche per Lincoln c'è un prima ed un dopo: prima e dopo l'incidente che lo ha trasformato in un tetraplegico di tipo 4. Se il carattere è rimasto quello, la sua vita no. Quella si è dovuta adattare alla nuova esistenza. Un'esistenza a fianco di Amelia, che forse anche questa avrà un dopo diverso dal prima.
Deaver affronta anche la questione dei gruppi estremisti di destra, spesso sottovalutati dalle agenzie investigative, e anche il tema della guerra in Iraq: la paura che rimane addosso ai soldati che tornano a casa, ma anche il senso del dovere per il delicato compito che devono svolgere in quei territori.
Dopo aver tenuto incollato il lettore per tutta la seconda parte, si arriva forse un po' stanchi al finale: troppe emozioni, troppi personaggi e troppi collegamenti tra questi. Forse è questo l'unico difetto del libro. [...]


IL MIO GIUDIZIO:
Deaver non si smentisce mai: ogni libro è un caleidoscopio di emozionanti colpi di scena, niente è veramente come appare, ogni certezza acquisita è destinata ad essere smentita nella pagina successiva... e le trame sono sempre ricche di intrecci al limite dell'equilibrismo letterario.
Nella bibliografia dello scrittore americano troviamo romanzi bellissimi e ed altri semplicemente "belli"; La luna fredda appartiene forse alla seconda categoria, ma ogni libro di Deaver vale comunque la pena di essere letto.
Provare per credere! ;-)


L'AUTORE:
Jeffery Deaver, nato a Glen Ellyn nel maggio del 1950, è un affermato scrittore statunitense. Autore di romanzi thriller, è tre volte vincitore dell'Ellery Queen Readers Award for Best Short Story of the Year, si è visto assegnare il British Thumping Good Read Award ed è stato più volte finalista all'Edgar Award. L'opera prima di Jeffery Deaver, venduta in 150 paesi e tradotta in 50 lingue, dà vita al personaggio di Lincoln Rhyme, il geniale criminologo tetraplegico protagonista de Il collezionista di ossa (Sonzogno, 1998), e degli altri otto romanzi della serie a lui dedicata.


I COMMENTI DEI LETTORI:
Sicuramente non uno dei libri migliori di Deaver. L'idea è che sia stato scritto per cavalcare il successo dell'autore e non sia stato ben studiato. Pur essendo scorrevole, il libro non ti prende, poichè tutto scorre velocemente e senza quelle trovate geniali che sorprendono il lettore. Il finale poi l'ho trovato francamente scialbo.

Deaver è decisamente un grande e non solo per le ottime storie che ci propone a ritmo (troppo?) serrato e per l’intuizione che lo ha portato a disegnare personaggi straordinari e originali quali Rhyme e Amelia. Ma Deaver è grande soprattutto perché riesce a scrivere thriller appassionanti anche quando la creatività è in riserva e le evoluzioni della trama sembrano sempre in lotta con l’equilibrio e la credibilità. E’ il caso de "La luna fredda" dove a due terzi del libro, Deaver si scoccia di fare il solito Deaver e si inventa un doppio salto mortale – ravvicinatissimo - nella trama che avrebbe fatto tremare le vene nei polsi al più esperto degli equilibristi (queste evoluzioni sono pericolosissime nel mondo del thriller, come ben sappiamo avendo assistito ai recenti "schianti" di scrittori affermati come Patricia Cornwell, ad esempio...). L’esercizio fa venire i brividi anche a noi lettori, ma la cura dei dettagli è totale – come sempre - l’uscita è elegante, lo stile impeccabile, come se nulla fosse: applausi per il coraggio e per il mestiere dimostrato. La classe non è acqua, decisamente....

E' il secondo libro di Deaver che ho il piacere di leggere e l'ho trovato ottimo. Bella trama che lo scrittore ad un certo punto del racconto arricchisce aggiungendo una deviazione che rende il tutto più emozionante, buona suspense con colpi di scena ben definiti ed integrati nella storia.

Mi mantengo dalla parte di chi come me, è rimasto deluso dall'incredibile svolta imposta dall'autore per generare una sorpresa, ma che a mio modo di vedere, genera una sorpresa negativa perchè la storia muta completamente e diventa piatta, e noiosa oltre che incredibilmente assurda. (Ditemi voi come una persona possa mettere in atto un piano così perfettamente studiato, senza il minimo imprevisto...) Della bravura di Deaver è inutile stare a parlare, rimane uno dei migliori scrittori in circolazione, ed il suo personaggi (L.Rhyme) è uno dei più belli mai letti. Nonostante tutto questa volta speravo un po' meglio.

Lincoln Rhime, il protagonista, risulta così acuto che viene il sospetto che abbia già letto il romanzo e sappia come vada a finire la storia. In realtà "La luna fredda" doveva finire cento pagine prima, restando coerente con la trama iniziale. Alla fine la sfida tra l'investigatore ed il serial killer risulta forzata ed inverosimile. Va detto, invece, che l'Orologiaio e l'esperta in "Cinesica", sono bei personaggi e mi auguro di ritrovarli in un prossimo romanzo con il ritmo e la tensione del "Collezionista di ossa".

Deaver.. bravo.. bravissimo.. e' riuscito a sorprendere con un finale tesissimo e pieno di colpi di scena... il libro fino 2/3 era piatto.. ben descritto ma senza verve, dopo invece diventa entusiasmante, da leggere tutto d'un fiato... si e' vero la trama in alcuni punti e' un po inverosimile.. ma alla fine il risultato e' un libro bello ed interessante... vale sempre la pena di leggere un buon libro di questo autore, non sbaglia un colpo...

Forse il più bel libro di Deaver (dopo l'inarrivabile Lacrima del diavolo), un vero piacere! Strepitoso! La nuova detective è un personaggio simpaticssimo che aggiunge molto.

Ho un debole per Deaver, conosco bene il suo modo di aggirare le aspettative del lettore, ma è così bravo che riesce sempre a farmi fesso, non capirò mai un suo colpo di scena! E' un bel libro, la Luna fredda, basta dire che quando lo leggi non riesci a pensare ad altro e tutti i problemi cadono nel dimenticatoio. Jeff, sei bravissimo!

Deaver non delude mai... un susseguirsi incessante di colpi di scena.

Troppo complicato. Colpi di scena esagerati. Ho finito il libro per rispetto dell'autore... tutto troppo.

Non avevo letto ancora nulla di Deaver e devo ammettere che mi ha stupito. Il libro è bello. Bello. Bello. Il personaggio di Kathryn è a mio avviso il migliore anche s'è all"esordio" nella saga di Rhyme; nei momenti in cui è protagonista, complice l'effervescenza della sua "dote lavorativa", non avresti mai il coraggio di chiudere il libro x fare altro ecc.. Gli altri personaggi sono ben curati ma, a volte, coloro i quali non conoscevano Rhyme e Amelia, come il sottoscritto, ne pagano lo scotto, sentendosi quasi in obbligo di apprezzare e rispettare qualità psicologiche e sfumature caratteriali solo perchè ce lo dice l'autore. La storia è degna dell'appellativo di "geniale". Inutile stare a pensare se alcuni passaggi ci appaiono visibilmente forzati, l'arte è un bene superiore, e può cucirsi di surrealismo se questo aiuta chi la fa a suggellarla di perfezione. Detto questo, posto come ormai indiscusso il talento di Deaver di "Sorprendere", e di far sorridere il lettore del suo straordinario ingegno, non posso non scrivere un istante della "fondamentale" delle tante svolte del libro: quella che riguarda l'orologiaio, che da pazzo in cerca di una improbabile vendetta, si trasforma in genio dei killer alla Bruce Willis in The Jackal.. quella è una svolta ben riuscita, ma, a meno che non mi sia macroscopicamente sfuggito qualcosa, il tradimento dell'orologiaio, nell'ambito dell'indagine al distretto.. mi appare un po' troppo assurdo! perchè??? perchè avrebbe dovuto farlo? il suo operato, a posteri, in tutta quella fase è così straordinario e "legale" che meriterebbe una medaglia al valore e tutto il rispetto di Amelia Sachs. L'unica note amara dunque è proprio nello svilupparsi del movente, degli intenti, del killer. In conclusione, credo che, La Luna Fredda sia un lavoro ben fatto, che sa, con ripetuti colpi di scena, mantenere alta la tensione, e vigile l'attenzione del lettore, ma che d'un tratto pare un elogio dell'autore stesso alla sua sapienza d'intreccio. Con uno o due passaggi in meno sarebbe stato un libro davvero perfetto.

Dopo IL COLLEZIONISTA DI OSSA, questo è forse il romanzo di Jeaffrey Deaver che ho apprezzato di più. Di certo è molto più realistico rispetto ad altri, veramente esagerati qualche volta... E' avvincente dalla prima all'ultima pagina, con molti colpi di scena - anzi moltissimi. Non ho dato il massimo perchè preferisco indagini nelle quali l'attenzione si concentra sul serial killer: in questa avventura, l'Orologiaio è più un personaggio di contorno ad un altra vicenda, che parte in sordina e poi prende il sopravvento. Mi è piaciuto moltissimo il nuovo personaggio dell'esperta di cinesica agente Dance - che torna da protagonista in LA BAMBOLA CHE DORME. Non vedo l'ora di leggerlo! Deaver è sempre un grande.

La Luna Fredda è sicuramente un buon libro, appassionante e ricco straricco di colpi di scena. Anzi, tanto ricco che alla fine il lettore risulta confuso, quasi stordito dalle brusche e continue virate che l'autore regala alla trama, già di per sè piuttosto complessa. Deaver, infatti, è un costruttore di trame, uno che predilige gli avvenimenti, i fatti alle persone. Il che non è un male. Tuttavia, i protagonisti, buoni o cattivi, appaiono troppo perfetti, troppo diabolici o troppo intelligenti. Insomma, i personaggi di fatto risultano quasi irreali. Pertanto, ritengo che lo stile di Deaver (che, sia chiaro, resta un autore di altissimo livello) vada più che bene sotto l'ombrellone, ma certo non si può proprio attribuirgli il benchè minimo valore letterario.

Premetto che sono un amante del genere, ma è il primo che leggo di Deaver. Questo è sicuramente un buon libro con una buonissima trama e tanti colpi di scena. Il problema a mio modo di vedere è che da troopa forza ai "suoi detective", sono esageratamente intelligenti, quasi robot. E tutto ciò rende la storia meno credibile di quello che poteva essere.