"Mondo senza fine", il nuovo romanzo di Ken Follett, è uscito in Italia, in prima mondiale assoluta, lo scorso 18 settembre 2007.
Quello stesso giorno io ero in libreria, puntuale, per comprarlo (ed ho portato anche le prove dell'acquisto in questo post!).
Due giorni fa, quindi dopo due mesi e mezzo dall'acquisto, ho portato a termine la lettura delle 1.370 pagine che lo compongono, e provo ora a scrivere un giudizio quanto più obiettivo e, spero, non influenzato dalla lettura delle numerose recensioni presenti in rete.
Intanto un battuta sul titolo "Mondo senza fine": forse sarebbe stato più azzeccato chiamarlo "libro senza fine" perchè il romanzo, pur molto interessante e godibile, a un certo punto dà l'impressione che si stia seguendo una telenovela, una sorta di "Beautiful" follettiana dove intrecci tra parentele, gelosie, amori eterni, corna, figli nati da tradimenti coniugali, suore e frati dalle "tonache bollenti", stupri, omicidi, misteri, ecc. ecc... la fanno da padrona.
Insomma, la fine del romanzo sembra non arrivare mai, e si tira un respiro di sollievo quando (finalmente) si arriva all'ultima pagina, scoprendo il lieto fine auspicato nelle 1.300 pagine precedenti.
Non che sia un brutto romanzo, tutt'altro, ma è inevitabile fare il paragone con quel capolavoro che fu “I pilastri della terra”, romanzo che narra le vicende ambientate nella stesso villaggio di Kingsbridge, ma due secoli prima, al tempo della costruzione della cattedrale gotica.
I due racconti, seppur definibili uno il clone dell'altro, sembrano quasi narrati da due scrittori diversi: "I pilastri della terra" risulta molto più intrigante e coinvolgente, mentre "Mondo senza fine" è un po' più scontato nelle vicende, facendo spesso ricorso a scene di sesso quasi a far pensare che questo rappresenti un'esca da parte dell'autore per mantenere vivo l'interesse del lettore.
C'è poi una cosa che mi ha fatto riflette sullo stile del romanzo: alcuni passaggi sono ripetitivi e spesso risultano un po' fastidiosi (ma dopotutto, vista la mole del romanzo, alcune volte ci sta di fare un riassunto per ravvivare nella memoria del lettore fatti avvenuti parecchie pagine indietro); in altri brani, poi, il modo di illustrare la scena ha uno stile non proprio tipico di Follett, e mi viene in mente la descrizione dello scenario di guerra in Francia come esempio.
Insomma, viene da pensare che lo scrittore gallese si sia fatto dare un "aiutino" da qualche altro scrittore per alcune parti del romanzo, quasi che abbia dato in "appalto" in più stralci la stesura del romanzo dopo aver stabilito il percorso guida.
Quanto, poi, alle critiche lanciate dalla Chiesa in riferimento alle vicende contenute nel romanzo che incolpano il clero di non essersi adoperato a prestare aiuto alla povera gente al tempo dell'infuriare della peste, ma anzi di essere scappato in cerca di scampo... beh, che devo dire... è un romanzo, non è un trattato di storia medievale: cerchiamo di valutare con un po' di buonsenso.
Quello stesso giorno io ero in libreria, puntuale, per comprarlo (ed ho portato anche le prove dell'acquisto in questo post!).
Due giorni fa, quindi dopo due mesi e mezzo dall'acquisto, ho portato a termine la lettura delle 1.370 pagine che lo compongono, e provo ora a scrivere un giudizio quanto più obiettivo e, spero, non influenzato dalla lettura delle numerose recensioni presenti in rete.
Intanto un battuta sul titolo "Mondo senza fine": forse sarebbe stato più azzeccato chiamarlo "libro senza fine" perchè il romanzo, pur molto interessante e godibile, a un certo punto dà l'impressione che si stia seguendo una telenovela, una sorta di "Beautiful" follettiana dove intrecci tra parentele, gelosie, amori eterni, corna, figli nati da tradimenti coniugali, suore e frati dalle "tonache bollenti", stupri, omicidi, misteri, ecc. ecc... la fanno da padrona.
Insomma, la fine del romanzo sembra non arrivare mai, e si tira un respiro di sollievo quando (finalmente) si arriva all'ultima pagina, scoprendo il lieto fine auspicato nelle 1.300 pagine precedenti.
Non che sia un brutto romanzo, tutt'altro, ma è inevitabile fare il paragone con quel capolavoro che fu “I pilastri della terra”, romanzo che narra le vicende ambientate nella stesso villaggio di Kingsbridge, ma due secoli prima, al tempo della costruzione della cattedrale gotica.
I due racconti, seppur definibili uno il clone dell'altro, sembrano quasi narrati da due scrittori diversi: "I pilastri della terra" risulta molto più intrigante e coinvolgente, mentre "Mondo senza fine" è un po' più scontato nelle vicende, facendo spesso ricorso a scene di sesso quasi a far pensare che questo rappresenti un'esca da parte dell'autore per mantenere vivo l'interesse del lettore.
C'è poi una cosa che mi ha fatto riflette sullo stile del romanzo: alcuni passaggi sono ripetitivi e spesso risultano un po' fastidiosi (ma dopotutto, vista la mole del romanzo, alcune volte ci sta di fare un riassunto per ravvivare nella memoria del lettore fatti avvenuti parecchie pagine indietro); in altri brani, poi, il modo di illustrare la scena ha uno stile non proprio tipico di Follett, e mi viene in mente la descrizione dello scenario di guerra in Francia come esempio.
Insomma, viene da pensare che lo scrittore gallese si sia fatto dare un "aiutino" da qualche altro scrittore per alcune parti del romanzo, quasi che abbia dato in "appalto" in più stralci la stesura del romanzo dopo aver stabilito il percorso guida.
Quanto, poi, alle critiche lanciate dalla Chiesa in riferimento alle vicende contenute nel romanzo che incolpano il clero di non essersi adoperato a prestare aiuto alla povera gente al tempo dell'infuriare della peste, ma anzi di essere scappato in cerca di scampo... beh, che devo dire... è un romanzo, non è un trattato di storia medievale: cerchiamo di valutare con un po' di buonsenso.
In conclusione: "Mondo senza fine" è un ottimo romanzo, sarebbe stato forse un eccellente romanzo se non avesse dovuto "combattere" la fama del suo predecessore.
Lascia però sempre il dubbio che dietro la scrittura di questo romanzo da parte del bravo Ken Follett ci sia, più che l'auspicio di dare un seguito alle vicende che tanto appassionarono i lettori dei "pilastri" in tutto il mondo, il desiderio di rimpinguare (e di parecchio) il proprio conto in banca.
Desiderio ampiamente esaudito, immagino...
Fonte foto: dalla rete
Lascia però sempre il dubbio che dietro la scrittura di questo romanzo da parte del bravo Ken Follett ci sia, più che l'auspicio di dare un seguito alle vicende che tanto appassionarono i lettori dei "pilastri" in tutto il mondo, il desiderio di rimpinguare (e di parecchio) il proprio conto in banca.
Desiderio ampiamente esaudito, immagino...
Fonte foto: dalla rete
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